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Animare una storia: Lost and Found (story telling basket)

Autore: Rita Bellati - Data: Agosto 30, 2013

Era da tempo che volevo parlarvi di un libro, Lost and Found, e la cosa assurda è che pur essendo uno dei miei libri preferiti, lo faccia solo ora. Il punto è che è un libro a cui avrei sempre voluto affiancare un’attività interessante secondo lo stile dei miei Fun with Mum, ma fino a qualche giorno fa non ero riuscita a inventarmi nulla…
Finchè non sono andata nel mio ormai-adorato craft shop e guardando un uovo di legno ho avuto l’illuminazione…
Sono tornata a casa, giusto il tempo di trasformare l’uovo in un pinguino, recuperare il Boy-don’t worry doll, qualche mobiletto, creare i dettagli necessari e… ecco a voi il mio primo STORY TELLING BASKET

In sostanza si tratta di creare dei cesti (lo so, il mio è un piatto, portate pazienza;-)) che contengano il necessario per animare la storia che avete deciso di leggere. Per me è stata una grande trovata perchè permette di ampliare il testo letto con dialoghi inventati, rende i bambini partecipi, li stimola nel gioco libero che possono svolgere successivamente e permette di ricreare la storia tutte le volte che si vuole aggiungendo dettagli, inventando situazioni ecc.. insomma interessante da tutti i punti di vista (sia che lo facciate in inglese, sia che lo facciate in un altra lingua!). 
Ora vi mostro il libro accompagnato dalla nostra versione “live”
Prima di tutto vi presento i protagonisti:
THE BOY (che ha subito qualche tortura a pennarello) and THE PENGUIN
Tutto ha inizio con il Penguin che bussa alla porta del Boy


ma “the boy didn’t know where it had come from”, così va all’ufficio oggetti smarriti

Ma nessuno aveva perso un pinguino!
Il boy chiede perfino alla sua papera, ma anche lei non ne sa nulla

Così passa la notte insonne… “He wanted to help the penguin but he didn’t know how”

La mattina seguente scopre che i pinguini vengono dal Polo Sud, “but how could he get there?”

Dopo aver chiesto ad una grande nave, che però lo ignora, il boy decide di sistemare la sua barca a remi e mettersi in mare

E così partono per il lungo viaggio verso il Polo Sud
“They row south for many days and nights with the boy telling stories all the way. The penguin listened to everything that the boy said”

E finalmente… il Polo Sud! (se notate un “errore” nel cartello sappiate che c’è anche nel libro ;-))

Missione compiuta per il boy, che saluta il pinguino e riparte

“but as he looked back, the penguin looked sadder than ever”

E il boy si ritrova solo, e pensa che ti ri-pensa, capisce che il penguin non si era perso… cercava solo un amico!

Così torna indietro a cercarlo, ma niente da fare.. nessuna traccia del pinguino. 
Gli tocca tornare a casa.
“There was no point telling stories because there was no one to listen”

Ma ecco che intravede un puntino in lontananza e avvicinandosi si rende conto che… eccolo! é il pinguino!

“and so the boy and his friend went home together, talking of wanderful things all the way”

THE END
Perchè mi piace? Perchè i disegni ad acquarello sono delicati e semplici così come la storia, che però, secondo me, porta un messaggio meraviglioso: l’amicizia non è quello che noi immaginiamo, ma è una strada percorsa insieme. Ci si scopre amici strada facendo e credo che questa sia una delle scoperte più belle della vita. Quando lo leggo non posso fare altro che pensare a quegli amici che mi sono capitati “davanti alla porta” e la gratitudine è inevitabile.
Come vi ho già accennato, dopo il racconto della storia e l’animazione io ho lasciato spazio alla fantasia dei miei bambini che oltre a ripetere i passaggi salienti si sono poi inventati altri dettagli e altri sviluppi.

Se volete la versione in italiano, si chiama “Chi trova un pinguino…” di Oliver Jeffers. 
A chi invece è fissato con l’inglese (come la sottoscritta) consiglio CALDAMENTE anche la versione DVD. La voce narrante è un filo bassa, ma con il tempo la si capisce bene e la resa Tv è fantastica!! Io lo adoro

Buona lettura-recitazione

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Categoria: Varie ed eventuali

Un anno fa salutavamo i campi sul naviglio per par Un anno fa salutavamo i campi sul naviglio per partire verso l'ignoto (foto 2 e 3). Ognuno si portava nel cuore un'emozione diversa, anzi certamente più di una: curiosità, paura, rabbia, gioia, incertezza, tristezza, nostalgia, dolore... Non abbiamo cancellato neanche uno di quei sentimenti, li abbiamo accolti uno per uno dandogli lo spazio che si meritavano e lasciando al tempo il compito di metterli in ordine. Un anno fa sceglievamo una nuova vita non perché quella vecchia non ci piacesse, ma per educarci ad allargare l'orizzonte del già saputo, del "si fa così", delle domande, delle possibilità. Questa è la promessa che facciamo ogni giorno: non adagiarci mai e continuare ad allargare quell'orizzonte perché la vita è più grande di quello che crediamo. 
Con questa puntata termina #ogni18alle18 e questo profilo dopo 7 anni di onorato servizio va in pausa fino a data da destinarsi (prometto che ritorno se capisco di avere qualcosa di utile da dire per voi è per me). Come dice il titolo di un libro "Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa", voi prendetevi cura della vostra. Grazie di cuore per questi anni e per avermi accompagnato fino qui, non avete idea di quanto vi sia grata.
[Sì i ragazzi sono decisamente cresciuti! Grazie a zia Amaia per la prima foto, abbiamo tagliato lo zio Marco solo per esigenza narrativa ma lo abbiamo rimesso al suo posto nell'ultima foto]

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