Desideravo una borsa che fosse resistente, ma non rigida, che sapesse sopportare il peso della vita di tutti i giorni sapendone ricercare la bellezza.
Desideravo una borsa che contenesse e custodisse, ma che lasciasse spazio per respirare e all’evenienza per volare via.
Cercavo una borsa grande come le braccia che abbracciano senza stringere….
… leggera e versatile capace di adattarsi alle situazioni e a mettersi in secondo piano se necessario.
Volevo che fosse svelta e veloce nel capire la situazione in modo tale da saper trovare la sua giusta collocazione.
La cercavo bella nella sua semplicità, così semplice da saper valorizzare ciò a cui si avvicina e capace di trasmettere la bellezza di cui è custode.
Volevo che fosse unica come unica è la trama di un tessuto non trattato e cucito a mano; la desideravo fiera della sua origine, del luogo da cui viene e di cui narra la storia.
Pensavo ad una borsa e ho descritto mia madre e così la ringrazio, ancora una volta senza molte parole, ma decidendo di portarmela addosso per poterle assomigliare e offrire la sua personalità a chiunque scelga di indossare la borsa cestino del Myselfie Cottage.
E il suo nome è semplice, ANNAMARIA, come mia mamma.
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p.s. ho deciso di presentarvi la prima borsa del Myselfie Cottage proprio questo mese e in questo giorno per due ragioni: maggio è il mese della festa della mamma e oggi, 2 maggio, è il giorno del compleanno di mia figlia, la prima che mi ha permesso di essere mamma.
Tutte le foto sono fatte da Giulia e Laura di Duefili (l’ultimo incontro meraviglioso e inaspettato di questa vita da Cottage)