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Myselfie Cottage

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Cambiare rimanendo se stessi

Autore: Rita Bellati - Data: Novembre 8, 2018

Come vi ho già raccontato, durante la maternità ritornava spesso la domanda “ma quando rientro al lavoro cosa faccio?”, non perché non sapessi cosa fare, avevo nel mio fantastico planning di inizio anno alcune cose che avevo anche già testato, ma la domanda tornava imperterrita a bussare, come dire “Rita, sei proprio sicura di voler proseguire da questa parte?” Così, come ho già raccontato altrove ho lasciato la risposta in sospeso e mi sono vissuta i mesi che rimanevano lasciando decantare i pensieri.

Io non sono solo questo

Come era successo per le Myselfie, da qualche tempo iniziavo a sentire una certa claustrofobia nelle mie offerte formative; sapete che amo Instagram è il mio canale espressivo e so di avere molto da dire su di lui, ma ancora una volta mi stavo focalizzando troppo su una cosa sola e sentivo potentemente la mancanza di una visione d’insieme del mio business, come se mi fossi concentrata solo su una stanza del Cottage senza dedicarmi alle altre. Così mentre lasciavo decantare le idee ho iniziato ad allontanarmi da Cottage, a fare qualche passo per guardarlo nel suo insieme, per guardarmi tutta intera e capire bene cos’è davvero questo posto, di cosa è fatto, in cosa è brava la persona che lo abita e soprattutto per esplorarne i dintorni.

Cambiare input

Se vuoi essere autorevole in merito a qualcosa è inevitabile che quel qualcosa deve essere il centro dei tuoi approfondimenti. Instagram è stato da due anni a questa parte il centro della mia attività, i miei aggiornamenti riguardavano il marketing legato ad Instagram e le mie ricerche avevano a che fare con questo “luogo”. Quello che però ho capito ad un certo punto era che per non diventare sterile nella proposta e tornare a respirare un po’ meglio avevo bisogno di guardare fuori da lì. La maternità è servita moltissimo in questo perché mi ero levata di dosso l’etichetta di “formatrice” o referente di Instagram e potevo davvero concedermi il lusso di fare altro, di guardare altrove. Il problema è che se sei abituata all’iper-formazione sempre e comunque devi un po’ forzare la mano e cercare cose che non hanno per niente a che fare con quello che finora hai letto. Così invece dei libri di Sinek ho iniziato a leggere fumetti e silent book e invece dei video della Forleo ho iniziato ad ascoltare podcast che non avessero a che fare con il marketing. La sorpresa è stata che la mente si è riempita di ispirazioni e idee che molto probabilmente non avrei trovato se mi fossi concentrata ancora una volta su Instagram e la comunicazione online.

La pazienza, di nuovo

Abito in via della Pazienza e non sto scherzando, nel mio paese c’è questa via e il mio palazzo è proprio lì. Quando ci penso sorrido perché mai nome di una via fu più azzeccato: con me ci vuole pazienza, per scoprire chi sono ci vuole pazienza e questa volta avere pazienza significa davvero aspettare non tanto che succeda qualcosa, ma di essere pronta a dire chiaramente cosa voglio fare da grande. Ho lavorato e sto tutt’ora lavorando per capire chi sono professionalmente e credo che il vero ostacolo sia dover affermare che io di lavoro voglio fare una cosa che nessuno ha mai nominato. Ecco a cosa serve la pazienza, a lasciare il tempo a me stessa di dire cosa voglio essere. Arriverà quel momento, non ora forse ma  intanto inizio ad aprire le nove stanze del Cottage e a guardarci dentro.

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Categoria: Il Vocabolario del Cottage, solopreneur

Un anno fa salutavamo i campi sul naviglio per par Un anno fa salutavamo i campi sul naviglio per partire verso l'ignoto (foto 2 e 3). Ognuno si portava nel cuore un'emozione diversa, anzi certamente più di una: curiosità, paura, rabbia, gioia, incertezza, tristezza, nostalgia, dolore... Non abbiamo cancellato neanche uno di quei sentimenti, li abbiamo accolti uno per uno dandogli lo spazio che si meritavano e lasciando al tempo il compito di metterli in ordine. Un anno fa sceglievamo una nuova vita non perché quella vecchia non ci piacesse, ma per educarci ad allargare l'orizzonte del già saputo, del "si fa così", delle domande, delle possibilità. Questa è la promessa che facciamo ogni giorno: non adagiarci mai e continuare ad allargare quell'orizzonte perché la vita è più grande di quello che crediamo. 
Con questa puntata termina #ogni18alle18 e questo profilo dopo 7 anni di onorato servizio va in pausa fino a data da destinarsi (prometto che ritorno se capisco di avere qualcosa di utile da dire per voi è per me). Come dice il titolo di un libro "Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa", voi prendetevi cura della vostra. Grazie di cuore per questi anni e per avermi accompagnato fino qui, non avete idea di quanto vi sia grata.
[Sì i ragazzi sono decisamente cresciuti! Grazie a zia Amaia per la prima foto, abbiamo tagliato lo zio Marco solo per esigenza narrativa ma lo abbiamo rimesso al suo posto nell'ultima foto]

LE ULTIME COSE CHE HO SCRITTO

  • E vissero felici e contenti
  • Ho deciso: chiudo il Blog
  • Il tuo pubblico (forse) esiste già
  • Non è questione di tempo
  • Riflessioni dopo un anno di “corsa”

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