Anno nuovo, nuova parola guida.
Ormai lo fanno tutti, anzi, scegliere una parola che ci guidi lungo il nostro anno è diventato un trend super affermato (perlomeno nella mia bolla ;-)).
Cos’è questa storia della “parola dell’anno”
La prima volta che ho sentito usare questo strumento come approccio all’anno che viene è stata nel 2016, durante il mio percorso nel BBclub di Gioia Gottini.
Gioia utilizzava le carte di coaching per trovare la parola guida e le singole parole legate ai mesi dell’anno, io ho seguito quella traccia per verificare se effettivamente poteva essere utile per me quello strumento e quel metodo e, preso atto che lo è stato, ho però deciso che sarebbe stata la vita stessa a suggerirmi la parola con cui affrontare l’anno successivo.
Di solito me la suggeriscono i lavori che faccio, gli imprevisti che accadono, le novità che incontro e i cambiamenti che voglio attuare nel mio modo di rapportarmi alle cose. Spesso sono vere e proprie illuminazioni che in un attimo mi fanno dire “ecco Rita, è il momento di impegnarti su questo!”
Perché penso sia utile avere la parola dell’anno
Avere una parola guida, ogni anno sempre diversa, mi aiuta in due modi:
- mi suggerisce l’approccio da avere verso quello che devo fare, mi da una spinta a guardare quello che accade da una prospettiva diversa rispetto al modo istintivo in cui affronterei le mie giornate (lavorative e non);
- come conseguenza del punto precedente, mi aiuta a fare dei passi avanti in tutto perché, se si vuole che qualcosa cambi, cresca, maturi è necessario fare cose diverse o le stesse cose in modo diverso. La parola guida per me è garanzia di questa diversità di approccio.
Un rischio da evitare
Quello che a mio parere è il grosso rischio dell’avere una parola guida è il fossilizzarsi in un approccio snaturando anche il nostro essere. La parola guida non indica la strada ma un metodo per percorrerla, è quindi importantissimo che rimanga chiaro in noi chi siamo e come siamo fatti per affrontare il percorso in modo flessibile e senza forzature.
La mia parola per il 2019
Bene, dopo questa introduzione lunga quanto un post arrivo al vero punto interessante di tutto il mio discorso; la mia parola guida per il 2019 sarà una frase, anzi, un’esortazione presa in prestito da una nota marca di abbigliamento sportivo: Fallo e basta!
E’ arrivata come illuminazione a metà dello scorso anno e, mentre ero intenta a semplificare (parola che è diventata parte di quello che sono e faccio) mi sono data del tempo per verificare se quel suggerimento così diverso dal mio temperamento fosse davvero quello giusto per me.
Bé direi che sono arrivata alla conclusione che sì, ho bisogno di dirmi “Rita vai! fallo anche se non è tutto chiaro, rischia anche se non ti sembra tutto pianificabile, molla un po’ le redini e vedi cosa arriva, buttati in nuovi mondi anche se sei una dilettante” perché forse il senso di tutto è proprio questo: continuare ad essere una dilettante [dal latino Diligere = “ amare per elezione, cioè di puro amore e per effetto di ragione”]