Creatività= […] capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze. (Treccani)
Qualche tempo fa la sostituta della mia estetista durante una di quelle conversazioni conoscitive tipiche da “ti distraggo così non ti concentri sul dolore della ceretta”, mi ha fatto una domanda che mi ha lasciato spiazzata. Stavamo parlando delle clienti, del suo lavoro, del mio lavoro, di come gestire alcune cose e lei mi chiede “ma quindi tu cosa fai di manuale?”. Io mi fermo un attimo per cercare di individuare in quale momento io abbia parlato di manualità, poi mi rendo conto che l’unica parola che poteva essere fraintesa era “creatività”.
C’è una tendenza diffusa a pensare che la creatività abbia a che fare strettamente con le mani, con la fantasia e con la realizzazione di qualcosa di fisico e c’è stato un tempo in cui forse lo pensavo anch’io: quando ho smesso di fare Myselfie mi sono chiesta più volte cosa c’entrava quello che stavo facendo (fare consulenza e formazione) con quello che avevo fatto fino a quel momento, mi domandavo se non fosse una stonatura smettere di usare le mani quando proprio quelle mani erano state la chiave per costruire il mio lavoro. Questa domanda è rimasta lì, fino a quest’anno.
Prima di questa mia vita online ho lavorato per un anno in un’azienda che produceva salviettine umidificate. Io ero all’ufficio tecnico e facevo soprattutto una cosa: spedivo mail per gestire e risolvere richieste e problemi dei clienti. Il mio ufficio lavorava a stretto contatto con la produzione: file di macchine trasportavano bobine di tessuto-non-tessuto e altrettante file di persone facevano dei movimenti velocissimi per completare alcune azioni e per inscatolare il tutto alla perfezione. Quando mi capitava di passare dalla produzione mi stupivo della capacità manuale di quegli operai (rimanevo incantata anche), ma non c’era nulla di creativo in quei gesti (non c’è giudizio in questo, perché facevano quel lavoro in modo impeccabile).
E’ molto riduttivo pensare alla creatività come qualcosa che ha a che fare con la capacità manuale, perché la capacità manuale senza creatività è pura esecuzione. Paradossalmente era più creativo il mio lavoro alla scrivania alla ricerca di una soluzione piuttosto che ore e ore a far andare le mani.
Seth Godin dice che l’arte (che io interpreto come creatività)
is a human act, a generous contribution, something that might not work, and it is intended to change the recipient for the better, often causing a connection to happen.
Un atto umano, generoso, rischioso, che cambia chi lo riceve e permette la connessione tra le cose. Nulla in questa definizione fa pensare che siano necessarie le mani perché questo cambiamento e questa connessione accada ed è per questo che io penso che la creatività sia una caratteristica propriamente umana, di tutti gli uomini.
Non serve capacità manuale per definirsi creativi, quello che occorre decidere è se e come si vuole rischiare generosamente perché quel cambiamento avvenga.
Il Vocabolario del Cottage è la mia personalissima interpretazione delle parole che vanno “di moda” nella mia “bolla”, quella che ha a che fare con la creatività, con la comunicazione e i social network e con la libera professione. Non mi interessa “essere contro”, ma guardare le parole che usiamo, capirle e quindi usarle con una nuova consapevolezza del loro significato. (nota bene: il mio vocabolario non è in ordine alfabetico, ma segue più che altro le cose che accadono)