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Myselfie Cottage

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Creativo non significa manuale

Autore: Rita Bellati - Data: Ottobre 16, 2019

Creatività= […] capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze. (Treccani)

Qualche tempo fa la sostituta della mia estetista durante una di quelle conversazioni conoscitive tipiche da “ti distraggo così non ti concentri sul dolore della ceretta”, mi ha fatto una domanda che mi ha lasciato spiazzata. Stavamo parlando delle clienti, del suo lavoro, del mio lavoro, di come gestire alcune cose e lei mi chiede “ma quindi tu cosa fai di manuale?”. Io mi fermo un attimo per cercare di individuare in quale momento io abbia parlato di manualità, poi mi rendo conto che l’unica parola che poteva essere fraintesa era “creatività”.

C’è una tendenza diffusa a pensare che la creatività abbia a che fare strettamente con le mani, con la fantasia e con la realizzazione di qualcosa di fisico e c’è stato un tempo in cui forse lo pensavo anch’io: quando ho smesso di fare Myselfie mi sono chiesta più volte cosa c’entrava quello che stavo facendo (fare consulenza e formazione) con quello che avevo fatto fino a quel momento, mi domandavo se non fosse una stonatura smettere di usare le mani quando proprio quelle mani erano state la chiave per costruire il mio lavoro. Questa domanda è rimasta lì, fino a quest’anno.

Prima di questa mia vita online ho lavorato per un anno in un’azienda che produceva salviettine umidificate. Io ero all’ufficio tecnico e facevo soprattutto una cosa: spedivo mail per gestire e risolvere richieste e problemi dei clienti. Il mio ufficio lavorava a stretto contatto con la produzione: file di macchine trasportavano bobine di tessuto-non-tessuto e altrettante file di persone facevano dei movimenti velocissimi per completare alcune azioni e per inscatolare il tutto alla perfezione. Quando mi capitava di passare dalla produzione mi stupivo della capacità manuale di quegli operai (rimanevo incantata anche), ma non c’era nulla di creativo in quei gesti (non c’è giudizio in questo, perché facevano quel lavoro in modo impeccabile).

E’ molto riduttivo pensare alla creatività come qualcosa che ha a che fare con la capacità manuale, perché la capacità manuale senza creatività è pura esecuzione. Paradossalmente era più creativo il mio lavoro alla scrivania alla ricerca di una soluzione piuttosto che ore e ore a far andare le mani.

Seth Godin dice che l’arte (che io interpreto come creatività) 

is a human act, a generous contribution, something that might not work, and it is intended to change the recipient for the better, often causing a connection to happen.

Un atto umano, generoso, rischioso, che cambia chi lo riceve e permette la connessione tra le cose. Nulla in questa definizione fa pensare che siano necessarie le mani perché questo cambiamento e questa connessione accada ed è per questo che io penso che la creatività sia una caratteristica propriamente umana, di tutti gli uomini. 

Non serve capacità manuale per definirsi creativi, quello che occorre decidere è se e come si vuole rischiare generosamente perché quel cambiamento avvenga. 


Il Vocabolario del Cottage è la mia personalissima interpretazione delle parole che vanno “di moda” nella mia “bolla”, quella che ha a che fare con la creatività, con la comunicazione e i social network e con la libera professione. Non mi interessa “essere contro”, ma guardare le parole che usiamo, capirle e quindi usarle con una nuova consapevolezza del loro significato. (nota bene: il mio vocabolario non è in ordine alfabetico, ma segue più che altro le cose che accadono)

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Categoria: Creatività, Ispirazione e tempo libero, Il Vocabolario del Cottage

Un anno fa in questi giorni pubblicavo la mia ulti Un anno fa in questi giorni pubblicavo la mia ultima proposta di percorso/manuale di Myselfie Cottage e non avevo idea che oggi sul cellulare avrei avuto LinkedIn e non più Instagram (sto pubblicando dal PC 😅). Sentivo che il vento stava cambiando mi stava portando a cambiare paese, ma anche lavoro in modo più rapido di quanto immaginassi.
In questi ultimi mesi ho ricevuto diversi messaggi e mail che mi dicevano di sentire la mia mancanza qui sopra e mi sono chiesta più volte se levare la mia voce da questo posto fosse una scelta intelligente, responsabile.. Non lo so, a questa domanda non so rispondere, ma non ho neanche urgenza di farlo. Quello che so è che non voglio sentirmi indispensabile e che per me i social - anche attraverso le cose peronali che qui ho condiviso con voi - sono sempre stati un luogo di veicolo per il mio lavoro. A quanto pare il lavoro mi sta portando felicemete altrove e LinkedIn è il nuovo luogo dove sto cercando di capire se c'è uno spazio per me e per quello che desidero dire. Fa molto sorridere perché mi sento come quando ho aperto Instagram per la prima volta, con lo stesso livello di incomprensione e timore di dire o fare qualcosa che non ha nessun senso.. mi muovo silenziosa mettendo like (che si chiamano in un altro modo) e leggo i post come se fossero la mia rassega stampa... con Instagram è andata bene, è stata una sorpresa vedere cosa è accaduto in questi anni grazie a questo piccolo spazio quindi ho deciso di adoperare la stessa ingenuità per muovermi su passi nuovi. Andrà bene uguale? E chi lo sa, per fortuna il lavoro si sta muovedo grazie a quella cosa antica e preziosissima che si chiama passaparola, il resto lo lasciamo ai posteri. Se vi piace parlare di "robe di lavoro" come piace a me ci vediamo di là (anche se per adesso sono muta come un pesce), altrimenti il mese prossimo passo di qui per l'ultimo #ogni18alle18 (e poi? boh, facciamo che vediamo?) 
E questa foto con la faccia da idiota? E' quella di LinkedIn.... insomma portante pazienza, che mi devo ancora ambientare 🤣

LE ULTIME COSE CHE HO SCRITTO

  • E vissero felici e contenti
  • Ho deciso: chiudo il Blog
  • Il tuo pubblico (forse) esiste già
  • Non è questione di tempo
  • Riflessioni dopo un anno di “corsa”

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