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Myselfie Cottage

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Diario di Bordo – Maggio 2020

Autore: Rita Bellati - Data: Maggio 27, 2020

Cara Valentina [ndr. la Myselfie-Guida di questo mese], non bisogna mai dare per scontate le cose che sappiamo.

Ti dico questa cosa alla luce di questo mese di lavoro sul Personal Branding (e sulla presenza online) perché per me è stata una grandissima sorpresa vedere che alcune cose che davo per “già sapute”, in realtà hanno generato una trasformazione commovente in tutte le persone che hanno iniziato a seguire Alveare.

In fondo io e te quella cosa del “comunicare la nostra unicità” la ripetiamo da una vita, ma forse è proprio in questa ripetizione senza un vero affondo che è venuta a mancare la concretezza di questa frase.

Unicità è un termine così utilizzato che piano piano si è usurato perdendo le sue caratteristiche così concrete, reali.

Quando per la prima volta durante una lezione allo IED ho detto che “essere unici non è un complimento”, lo stupore sulle facce di chi ascoltava mi ha fatto capire che era necessario che io quella cosa la dicessi anche qui nel Cottage, perché essere unici è quanto di più scientifico ci sia: siamo unici non perché siamo strani, sappiamo fare cose “speciali”, siamo unici perché oggettivamente, biologicamente, scientificamente, non c’è nessun altro che ha il nostro bagaglio genetico e esperienziale. Quindi invece di crogiolarci su un’idea astratta di unicità dovremmo prendere quel dato di fatto e dire “ma in che senso non c’è nessuno come me? dove sono quei tratti che ho solo io?” ecco, credo che la vera entusiasmante scoperta parta proprio da questo bagno di realtà sul tema dell’unicità.

E l’abbiamo visto in questo mese di Soggiorno al Cottage: quando la realtà parla devi decidere se stare in ascolto e andare a fondo o girarti dall’altra parte per continuare a provare ad essere unica in una forma preconfezionata, che non ti somiglia affatto.

Sai la cosa più bella Valentina? Che anch’io ho dovuto fare i conti con la sorpresa del mio essere unica e questo inevitabilmente mi porta a desiderare di essere sempre di più me stessa.
Ci aspetta ancora un mese di lavoro insieme, ma con questo bagaglio essenziale, il cammino sarà sicuramente uno spettacolo.

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Categoria: Strumenti di Lavoro

Oggi sono (già) due anni che siamo qui. Prima di Oggi sono (già) due anni che siamo qui.
Prima di partire ci eravamo detti che dopo due anni ci saremmo messi attorno al tavolo e avremmo tirato le somme e deciso se rimanere. Poi però abbiamo amici a cena e improvvisamente ci siamo resi conto che non siamo da soli a guardare questi anni e una gratitudine immensa si é fatta spazio. 2 anni sono troppo pochi, o forse semplicemente "restare o ripartire?" non é una domanda che si può fare a tavolino, si può solo continuare a vivere, prendersi cura del proprio cuore e di quello degli altri e continuare semplicemente ad ascoltare la vita che da sempre ci indica la strada. Non abbiamo più date future in cui fare un check up, abbiamo ogni singolo giorno che ha qualcosa da dire di noi, della vita e di quello che ci é chiesto. Noi continuiamo a camminare, ognuno con i suo passo, ma ancora (grazie a Dio) insieme.
P.s. la foto é datata perché é di gennaio (i ragazzi sono cresciuti ancora) la canzone é  una delle prime che abbiamo imparato ascoltando la radio, ma é quella che ancora cantiamo insieme in macchina.

LE ULTIME COSE CHE HO SCRITTO

  • E vissero felici e contenti
  • Ho deciso: chiudo il Blog
  • Il tuo pubblico (forse) esiste già
  • Non è questione di tempo
  • Riflessioni dopo un anno di “corsa”

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