Ormai lo sapete, l’anno è iniziato con il malcontento generale per quello che sta succedendo alle interazioni su Instagram (sintetizzando: è molto più difficile raggiungere organicamente il nostro pubblico) seguito da una serie di proteste e di decisioni in merito da parte degli utenti (c’è chi si lamenta e basta e c’è chi si sta spostando su altri Social Network).
Ho già scritto quali sono le mie vere “perplessità” riguardo all’algoritmo, ma oggi volevo aggiungere alcune considerazioni che ho fatto alla luce di tutto questo clima “protestante”
Instagram non è stato creato per promuovere le attività
Come tutti i Social Network, Instagram è nato per connettere persone e interessi, utilizzando la fotografia e i video come elemento di principale di condivisione. L’intelligenza e la creatività di alcune persone hanno fatto in modo che nel tempo questo diventasse anche un potenziale canale di comunicazione per brand e attività di vario tipo. Il fatto che noi lo usiamo per questo non significa che sia scritto da qualche parte e che quindi sia nostro diritto insindacabile rivendicare un certo funzionamento.
Instagram vuole guadagnare (come me e te)
Da quando Instagram è diventato proprietà di Facebook, questo Social segue un modello di business (forse ne aveva uno anche prima). Questo significa che tutto quello che questo canale si inventa è funzionale agli obiettivi di business di Mark e compagnia bella. Io trovo che scandalizzarsi per questo sia decisamente insensato perché Instagram non è una Onlus che ha come scopo quello di offrire uno spazio per farci guadagnare, ma un canale che ci offre uno spazio gratuito di promozione (tenendo conto di quello che abbiamo detto prima) e che ci dice “tu lavora bene avendo cura di colpire l’interesse di chi ti segue, poi eventualmente se vuoi raggiungere un pubblico maggiore sappi che è possibile pagare affinché il tuo contenuto venga spinto un po’ di più“. Cosa c’è di scandaloso in tutto ciò? Se Instagram dovesse fare questo discorso con noi ci direbbe “senti io ti offro una spinta fortissima”aggratis”, ma tu le tue borse/ abiti/ corsi li devi regalare”, e noi cosa diremmo? Ecco invece che considerarlo un mostro che ci mette i bastoni tra le ruote potremmo guardarlo come un alleato che in piccola parte può esserci utile.
Instagram non è sufficiente
Quando ho sentito moltissime persone entrare nel panico perché Instagram era per loro un ottimo canale per indirizzare le vendite quello che immediatamente mi è venuto da pensare è stato che il grosso errore è quello di avere consegnato tutta la nostra comunicazione ad un solo canale, per di più che non è neanche nostro. Questo discorso vale per tutti i Social Network: non si può pensare di strutturare la comunicazione di un’attività senza prevedere anche la presenza di almeno un canale proprietario (leggi Blog o Newsletter).
Quante volte vi avranno detto che i blog sono morti e che tutta la vera conversazione avviene sui Social Network? E’ vero, i blog-diario, quelli in cui scrivevamo i nostri pensieri e condividevamo progetti creativi, hanno sempre meno senso da quando ci sono i Social, Pinterest e Youtube, ma questo non significa che non abbia più senso scrivere su un blog. Il blog ora più che mai può essere al servizio della nostra attività, ne arricchisce la comunicazione, rende dinamico un sito e lo indicizza bene su Google (che rimane ancora uno dei più grandi strumenti di ricerca per le persone). Certo, è necessario trattare questo canale (come anche la Newsletter), con un certo criterio, avendo chiari obiettivi e scadenze, offrendo valore, essendo costanti e curati nella scrittura e seguendo un calendario… insomma, il solito “mazzo tanto” che però assieme ad un canale Social come Instagram ci può permette di raggiungere il nostro pubblico da due direzioni diverse e quindi di non entrare nel panico se qualcosa va improvvisamente in una direzione nuova, fuori dal nostro controllo.
Gratis = roba mia
Il punto è sempre lo stesso: quando una cosa è gratis spesso se ne sminuisce il valore arrogandosi il diritto di protestare come se “gratis” volesse dire “a mia disposizione”.
Se Instagram fosse a pagamento per chi fa business (magari con un abbonamento) avremmo sicuramente altre garanzie, ma visto che non lo è secondo me vale la pena rendersi conto del fatto che fino ad ora molti di noi hanno lavorato (quindi fatturato) grazie a questa piattaforma e che potranno continuare a farlo tenendo conto della realtà che cambia, quindi con una maggiore attenzione a quello che caratterizza un buon lavoro di marketing sui Social Network: LA STRATEGIA e cioè un piano che contiene obiettivi da raggiungere, direzione da prendere, persone con cui dialogare, azioni da mettere in campo e risultati da misurare.
E’ con questa consapevolezza che ho deciso di far fare un passo in più a chi desidera prendere sul serio il lavoro su Instagram creando un nuovo corso, avanzato nei contenuti e deciso nella proposta. Si chiama “Traccia il Sentiero” e l’ho pensato proprio per questo inizio di primavera, quando tutto rinasce con un nuovo entusiasmo. Se volete approfondire lo trovate QUI.