Nei workshop live che sto facendo ultimamente, cito molte delle app che utilizzo per lavorare su Instagram. Mi rendo però conto che quello che per me è diventato facile, per molti altri richiede molta pratica e molti tentativi e spesso, per mancanza di tempo o voglia, questi strumenti non vengono presi in considerazione. Ho pensato così di condividere qui sul blog alcuni dei miei “mai più senza” nella gestione del mio profilo Instagram perché davvero possono fare la differenza tra un profilo improvvisato e un profilo efficace.
Quelli che tratterò sono strumenti che soddisfano moltissime delle mie esigenze tra cui la qualità dei risultati, la funzionalità dell’utilizzo e l’ottimizzazione dei tempi.
Il primo strumento di cui vi parlerò è Snapseed.
Ho provato vari programmi per editare le mie foto, dopo il corso di fotografia ho provato addirittura ad usare Camera Raw, e Photoshop, ma poi ho rinunciato. Sono dell’idea che per noi che non siamo fotografi ma “semplici” comunicatori è fondamentale avere uno strumento facile da utilizzare e che allo stesso tempo garantisca dei risultati di qualità. Per quanto mi riguarda Snapseed è esattamente quel tipo di strumento: intuitivo, facile da utilizzare (l’editing si fa facendo scorrere le dita sullo schermo, da qui “snap”), fine nell’editing ed efficace nel lavoro su più livelli.
Tutte le mie foto sono post prodotte con Snapseed e di solito il mio flusso di lavoro è questo:
- preparo il set fotografico, scelgo i props, inizio a comporre e a scattare sia con smartphone che con macchina fotografica
- A fine sessione trasferisco sul cellulare tutte le foto che ho fatto con la macchina (la mia ha il wireless che permette il trasferimento)
- seleziono le foto che voglio editare eliminando le altre
- mi metto comoda (per me è davvero un momento di relax) e post-produco ad una ad una le foto selezionate condividendole su Snapseed. La prima cosa che faccio è ritagliarle nel formato che mi interessa andando a incorniciare la foto tenendo d’occhio la composizione, dopo aver corretto eventuali elementi di disturbo con lo strumento apposito (tipo i buchi che ho nel muro), lavoro sulla calibrazione (di solito alzo la luminosità, regolo i contrasti e abbasso le alte-luci), quindi sulla modifica selettiva (funzione molto utile perché permette di regolare luminosità, contrasto e saturazione solo in alcune zone) e infine sul bilanciamento del bianco cercando di campionare un bianco presente nella fotografia.
Per il tipo di contenuto che voglio ottenere, la tab dei filtri non è necessaria, ma questo dipende un po’ dal vostro stile di comunicazione.
Il risultato che ottengo di solito è questo:
Come vedete la luce che riesco a recuperare è moltissima senza però ottenere un’effetto bruciato o distorto, i colori rimangono naturali e il risultato nell’insieme è molto buono.
Per darvi un’idea ancora più chiara del mio flusso di lavoro vi ho preparato un mini-video (portate pazienza che i video non sono il mio forte ;-))
Come per qualsiasi strumento di editing, anche Snapseed richiede pratica per arrivare al risultato che vogliamo ottenere, ma vi assicuro che una volta fatta amicizia potrete cancellare dal vostro smartphone tutte le altre app di photo editing.
Spero che il post vi sia stato utile come ispirazione e spunto di lavoro; se avete domande scrivetele pure nei commenti e ci sentiamo la prossima volta per parlare di pianificazione ;-).
Nel frattempo: