Vi ricordate quando vi ho detto che volevo cambiare il mio modo di raccontarmi su Instagram? Ecco, sembrerà una scemenza, ma per una che utilizza quel canale come mezzo di comunicazione il rischio é stato molto alto.
Pensandola in grande é come se il Mulino Bianco si fosse fermato a riflettere sull’aspetto da dare al Mulino. C’é stato un momento in cui mi sono addirittura chiesta se non fosse il caso di chiudere quel canale che in quel momento mi faceva fare così tanta fatica. Poi ho deciso semplicemente di cambiare stile di racconto di far sentire la mia presenza anche fisicamente e di non perdere un sacco di energie per avere una gallery necessariamente uniforme, ma ultimamente poco mia, mantenendo comunque una certa cura nella scelta dei contenuti.
PRIMA
DOPO
É stato un rischio perché, chi conosce questo mezzo sa quanto l’aspetto estetico, la composizione e un certo tipo di stile fotografico siano importanti per questo canale, soprattutto per una piccola attività come la mia che non ha a disposizione grandi mezzi di comunicazione e quindi deve utilizzare al meglio quelli alla portata di tutti.
Ho deciso di correre quel rischio cambiando “l’aspetto del Mulino” seguendo l’intuito, credendo in quello che sentivo dentro e provando ad ascoltarmi lasciando un po’ da parte la regole (non scritte) di Instagram.
Sapete la cosa incredibile (e bella)? Invece che andare peggio, la comunicazione é migliorata, nonostante i cambiamenti dell’algoritmo che pareva dovessero penalizzare tutti quanti, io ho visto crescere in modo esponenziale le relazioni all’interno di quel canale.
Come ulteriore conferma ad aprile mi é arrivata una richiesta di preventivo importantissima.
Un marchio di scarpe italiano operante su mercato USA e Nord Europa mi ha raggiunto tramite Instagram e, colpito dalle Myselfie, mi ha chiesto di ideare un accessorio per accompagnare le campagne stampa delle loro collezioni durante le Fashion week di Milano, NewYork, Los Angeles e Mosca.
Immaginatevi la mia gioia: io che avevo sempre immaginato come potenziale punto di sbocco per le Myselfie quello di accompagnare linee e marchi di moda, ero finalmente riuscita a farlo percepire attraverso il mio feed di Instagram. Per la prima volta mi sono dovuta relazionare con una realtà aziendale importante, ho dovuto preparare una proposta e un preventivo notevoli e sono dovuta uscire dalla mia comfort zone della “Myselfie Personalizzata”. La trattativa é stata lunga e ha portato ad un no per questioni interne aziendali che non sto a spiegarvi, ma sapete una cosa? Io sono contenta, certo non mi sarebbe spiaciuto chiudere le mie prospettive di fatturato con 6 mesi di anticipo, ma non posso negare che dietro al mio rischiare su diversi fronti ci siano tantissimi piccoli successi:
- Aver rischiato una nuova strada comunicativa senza implodere;
- Avere un bellissimo e crescente gruppo di persone che sta rendendo il Myselfie Cottage sempre più vivace;
- Aver curato bene la comunicazione dei miei prodotti tanto da essere stata raggiunta da un marchio importante;
- Essermi relazionata professionalmente con una realtà aziendale di grandi dimensioni;
- Aver ideato una proposta di prodotto che é stata apprezzata molto;
- Aver lavorato parallelamente sui miei prodotti senza perdermi i pezzi per strada (mentre ero in contrattazione lanciavo la mitica #BorsaCestino Annamaria che é andata benissimo)
Scrivo tutto questo non per auto-celebrarmi (anche perché la svolta non c’é stata e c’é ancora tanta strada da fare), ma come dimostrazione del fatto che credere in un progetto e in un prodotto non significa sognare ad occhi aperti , ma lavorarci con tutte le proprie forze e con tutto il proprio impegno, correggendosi, rischiando, facendosi coraggio, immaginando i passi successivi, pianificando il proprio lavoro in modo sensato senza rischiare di lasciarsi totalmente risucchiare dal lavoro.
Ci vuole impegno, ce ne vuole tanto perché la strada é tosta e fare tutto da soli spesso fa mancare le energie, ma ne vale la pena. In fondo é ogni giorno l’occasione per riscoprire il proprio posto nel mondo. E quando si guarda ad un insuccesso come un’occasione, si arriva anche a ideare un nuovo prodotto, un prodotto che unisce tutti i punti del percorso…
….ma questo ve lo faccio vedere la prossima volta.