Questo post è la trascrizione di una Newsletter che ho inviato ad aprile dello scorso anno, dopo aver chiuso la Cartoleria del Cottage e aver riflettuto a lungo sui progetti che non vanno come immaginavamo.
Dopo la scorsa newsletter ho ricevuto un sacco di mail preoccupate del fatto che io avessi accarezzato l’idea di cambiare lavoro. In tante colleghe mi hanno detto “sarebbe un peccato lasciare quello che hai costruito, in fondo la tua attività è sana, funziona, se molli tu che messaggio dai alle persone che ti seguono?”.
Ora che la burrasca emotiva è passata, una nuova consapevolezza è rimasta: io non sono il mio lavoro.
Ne parlavo con la mia amica Chiara rientrando da uno dei miei workshop: è come se, grazie agli ultimi eventi, sia diventato sempre più chiaro in me che ciò che mi definisce non è quello che riesco a fare, ma quanto di me scopro in quello che faccio.
Io non sono il mio lavoro
Amo moltissimo il mio lavoro, soprattutto ora che ha preso questa aspetto più “formativo” e mi permette di farmi vicina ancora più di prima, ma sono disposta a mollarlo domani se scoprissi che, nonostante il successo (come lo pensa il mondo), la vita e i segni che in essa compaiono mi portassero altrove.
Dopo un mese dedicato a “lasciare scorrere” senza fretta, occupando il mio posto di piccola imprenditrice ma anche di moglie, madre e amica, recuperando uno spazio di respiro per me, ho proprio capito che io punto a un altro tipo di successo: essere libera dalle cose, essere libera dall’esito dei miei tentativi, essere libera dai miei piani, essere libera di accogliere quello che volta per volta mi pare sia il mio posto.
Il mio successo in ultima analisi coincide con la mia libertà.
E’ una scoperta di cui non posso più fare a meno e che mi fa vivere le cose con una letizia inaspettata, mi fa essere più attenta alle cose, più sveglia e disponibile ad accettare i cambi di rotta, più pronta e svelta a cambiare forma.
Lavorare e vivere così è bellissimo, spero di non dimenticarlo mai.
Vi auguro questa stessa possibilità di libertà, qualunque sia il posto che occupate in questo momento, la circostanza in cui vi trovate, la vita che vi è chiesto di vivere.