La mia amica Franci è suora di clausura (in questo posto meraviglioso), sì proprio così. Ha 34 anni ed è in monastero da circa 10 anni. Se c’è un insegnamento che Franci mi ha regalato per la vita è questo: impara a lasciar andare, a non possedere le cose (lei che ha lasciato tutto, perfino una laurea in lingue), non attardarti in pensieri malinconici e rimpianti, vedrai che sarai davvero libera.
Ecco perché quando ho chiuso la cartoleria c’era dolore ma non lutto, ed ecco perché oggi sono qui a chiudere un altro capitolo del mio percorso: le Myselfie non potranno più essere acquistate. Sì, niente più 15 ordini al mese, niente più pacchetti curati e profumati, niente più certificazioni, niente più spedizioni.
So benissimo che nella vostra testa ci sarà un sovraffollamento di ipotesi e pensieri del tipo “ommamma ma perché?”, “forse la sua attività va malissimo?”, “è pazzah!!”, così, proprio per evitare supposizioni e liberarci da quell’atmosfera di lutto che di solito avverto quando parlo di qualcosa che nel mio lavoro è cambiato, ho pensato di mettere nero su bianco ragioni e considerazioni che mi hanno portata a prendere questa decisione.
PERCHÉ?
Le Myselfie non hanno MAI smesso di essere acquistate, hanno subito qualche rallentamento nei momenti in cui io ne parlavo di meno, ma appena tornavano “visibili” raggiungevano il numero che mi ero prefissata per ogni mese. Nell’ultimo anno e mezzo sono state vendute circa 400 Myselfie. Ma allora perché abbandonare un prodotto che è ancora “vincente”? Le ragioni sono tante:
- Perché ad un certo punto, in un caso come il mio, a mio parere bisogna diversificare l’offerta e ampliare il mercato. Il fatto a mano in Italia è parecchio complicato e nel mio caso iniziavo a sentire la necessità di guardare oltre i confini. Avevo pensato di aprire anche su Etsy, ma non aveva senso per me aprire per avere solo un’inserzione e, soprattutto, realisticamente sarei stata in difficoltà con i tempi perché la mia attività con Instagram stava già occupando gran parte delle mie giornate.
- Perché il multitasking inteso come “faccio mille cose contemporaneamente” per me sta diventando sempre meno interessante. Ho iniziato l’anno ponendo l’accento sul Focus e ogni passo è stato la conferma di questo bisogno di scegliere cosa fare e soprattutto di affrontare una cosa per volta. Di curare un momento alla volta.
- Perché il lavoro si evolve e io sento la necessità di seguire questa evoluzione senza incastrarmi in una forma solo perché “sono nata così”.
- Perché posso/voglio scegliere e desidero mantenere questo approccio nel mio lavoro slegato da definizioni e obblighi “esterni”, ma totalmente proteso a leggere i segni che si presentano sul percorso.
- Perché la mia vita privata richiede flessibilità , una flessibilità che non avevo più quando i tempi erano dettati dagli ordini da evadere, dalle spedizioni da fare e contemporaneamente da tutta la parte teorica e testuale che riguarda il mio lavoro come “formatrice”.
QUINDI LE MYSELFIE NON ESISTERANNO PIÚ?
Ammetto che per un momento l’ho pensato, poi mi è arrivata la conferma della registrazione del marchio e mio figlio si è presentato con questo disegno e ho dovuto riflettere.
No, le Myselfie non possono sparire, sono state principio e linfa di questo luogo, ne sono il cuore e per ora non possono andarsene. Quindi cosa ne sarà di loro? Circoleranno libere nel Cottage e diventeranno le protagoniste di un progetto (o forse più progetti!) legato al mio lavoro.
RIMPIANTI?
Nessuno, solo gratitudine per un’intuizione che è diventata lavoro, che ha trasformato quel lavoro e me stessa, che mi ha fatto capire che il mio posto nel mondo ha a che fare con l’unicità e la scoperta di essa. Se non ci fossero state le Myselfie non avrei così a cuore che ciascuno scopra e celebri la sua unicità, non avrei creato proposte che hanno come obiettivo quello di essere autenticamente sé stessi. Cambio forma ma non sostanza, cambio percorso ma non la meta. Il mio approccio al lavoro me l’hanno insegnato le Myselfie.
SEI FELICE?
Sì, moltissimo perché sono libera di lasciar andare. Insomma, libera davvero.
Grazie a tutte voi che le avete fatte vostre, che ne avete colto il senso e che per questo l’avete insegnato anche a me.