Come vi ho già raccontato varie volte, da 19 anni a questa parte ho un padre spirituale che è un monaco benedettino. Vive in un monastero a una 20ina di Km da casa mia, immerso nelle campagne (e nella nebbia per moltissimi mesi all’anno) e si chiama Padre Claudio. E’ nella mia vita da quando ho conosciuto quel ragazzo bassetto che è diventato mio marito (che si sa, le grandi crisi mistiche le porta sempre l’innamoramento) e non mi sono mai più separata da quell’abbraccio paterno. Tranquilli però, non vi parlerò di spiritualità in questo post. Quello che voglio raccontarvi è quello che ho capito del lavoro e del “differenziarsi” grazie ad una cosa che questi monaci fanno da qualche tempo.
Avere consapevolezza del proprio tempo
I monaci benedettini della Cascinazza (così si chiama la cascina-monastero dove vivono), seguono la regola di S.Benedetto quindi, sintetizzando parecchio, passano le loro giornate a pregare e lavorare. Una parte delle loro preghiere è dedicata al desiderio che arrivino nuovi monaci per portare avanti l’opera, mentre una parte del loro lavoro include produrre birra,amari e miele per il sostentamento della comunità e, in questo momento, per l’ampliamento/ristrutturazione della Cascinazza. Quello che mi piace di loro (e di Padre Claudio che è il responsabile commerciale) è che fanno tutto con un eccezionale senso pratico e con grande professionalità.
Mi è capitato più volte di parlare con P.Claudio di lavoro, di come raggiungo i clienti, come uso i Social e, soprattutto, della newsletter anche perché quest’ultima è stata il loro primo approccio al marketing, dopo aver aperto il birrificio. All’interno del sito che riguarda i loro prodotti infatti, nella colonna di sinistra, è possibile iscriversi alla loro newsletter, ricevendo un ricettario gratuito con abbinamenti dei loro prodotti (come da buona pratica di newsletter).
Così fan tutti
L’anno scorso però, P.Claudio mi raccontava che, nonostante sapesse che la newsletter è molto utile ed efficace, loro non erano molto soddisfatti di questo mezzo, gli sembrava non fosse la forma adatta al loro modo di relazionarsi con le persone e quindi stavano lavorando a qualcosa di diverso. Quel qualcosa di diverso era una scelta che dal punto di vista “dell’avanguardia online” a me sembrava un passo indietro: da dicembre dello scorso anno infatti, i monaci hanno iniziato a raccogliere indirizzi per inviare un periodico di 4 facciate via posta in forma gratuita.
Quando P.Claudio mi ha raccontato questa cosa ho pensato immediatamente che fosse una scelta davvero old style e super impegnativa: scegliere i temi che riempiano 4 facciate, le foto, l’impostazione grafica, la stampa, la diffusione.. insomma a me, immersa in questo mondo fatto di schermi, template, tassi di apertura e insights, sembrava davvero un’idea fuori dal tempo e poco sensata.
Scelte vecchie che diventano nuove
Quando è arrivato il primo numero, mi sono dovuta ricredere perché la forma scelta dai monaci era talmente fuori dal tempo da ricavarsi uno spazio di attenzione che non riesco più a dare a tutte le newsletter che ricevo: ho ritirato la posta dalla casella, ho buttato via i volantini del supermercato, ho abbandonato le bollette di fianco alla porta, mi sono seduta sul divano con quello che mia madre chiamerebbe “ciclostilato” e nel giro di un quarto d’ora avevo già letto tutto (con relativa boccata d’aria, la stessa che mi regala la Cascinazza). Quella forma era talmente oldstyle da precipitare nella mia giornata come una vera novità.
Quello che mi stupisce è che guardando lo strumento nel suo complesso, mi rendo conto che ci sono degli elementi che “noi del settore” abbiamo dovuto imparare nel tempo e su cui dobbiamo sempre correggerci: prima di tutto si tratta di un periodico, non so di preciso quando arriverà il prossimo (“effetto sorpresa” è assicurato), non lo inviano a chiunque ma solo a chi è interessato e che quindi gli lascia volontariamente l’indirizzo (target e profilazione perfetti) e lo spazio dato ai prodotti è piccolissimo rispetto al racconto di tutto quello che di ricco succede in quel luogo disperso nelle campagne (storytelling perfetto che nel loro caso è proprio dettato dal desiderio di far conoscere la loro realtà). Tutto questo a loro è venuto naturalmente.
“Fuori dal tempo”, in questo tempo
Ho riflettuto un sacco su questo episodio e ho proprio capito che non è detto che se tutti fanno una cosa (avere una newsletter o un profilo Instagram ad esempio), allora anch’io debba fare lo stesso. Chiederci se quella forma, qual canale, quello strumento è adatto a noi può davvero differenziarci rispetto ai trend, alle buone pratiche, al “così funziona”. I monaci non hanno fatto nulla di nuovo, anzi, hanno scelto di tornare ad usare una cosa che tutti noi abbiamo smesso di usare: la carta e la posta, quelle vere, dimostrando che il “funziona” deve essere sempre seguito dal “per me”.
Quel luogo sperduto nei campi dove “non abbiamo contatti con il pubblico al di fuori delle funzioni religiose” (cit. dal loro sito) mi insegna sempre qualcosa: in questo mondo che ci chiede di stare al passo, di essere allineati, aggiornati, innovatori è possibile scegliere qualcosa di “vecchio”, di talmente vecchio da essere nuovo. Ecco la vera novità, la vera originalità: “Sono tutti in gara e rallento, fino a stare fuori dal tempo” (no, questo non è S.Benedetto, ma secondo me sarebbe d’accordo).
p.s. Se anche voi volete una boccata d’aria via posta, potete lasciare i vostri dati sul sito de “La Soglia dell’Eterno”, c’è anche la preview della prima pagina del primo numero per farvi un’idea di cosa si tratta (ve l’ho detto che sono professionali!)