Nei miei ricordi di bambina credo di aver dormito almeno in 3 camerette diverse, peccato che la cameretta fosse la stessa e che si trasformava con l’aumentare o il diminuire delle persone che la abitavano. La cosa bella era che, tutte le volte che mio papà si metteva a trafficare in garage per costruire letti, modificare armadi inventarsi combinazioni d’arredo, smontare e ri-assemblare elementi e strutture, io vivevo quella trasformazione come una vera novità: stavamo per avere una cameretta nuova, era la stessa cameretta, fatta con gli stessi elementi, ma era anche nuova.
Credo che la vera creatività abbia a che fare soprattutto con questa capacità, non solo di inventare ma di trasformare, di ri-creare, di guardare le cose solite per scoprirne un’ altra faccia, un altro aspetto che non avevamo osservato.
PARTI DA CIÒ CHE DESIDERI
Quando all’inizio di quest’anno mi sono fermata a riflettere su come avrei voluto gestire la mia attività, ho capito che avrei dovuto muovere passi diversi rispetto allo scorso anno; non sono giunta a questa conclusione in astratto, erano i conti e i fatti che mi stavano indicando un nuovo percorso, un percorso che doveva rispondere a quattro esigenze oggettive:
- Io e la mia famiglia abbiamo bisogno di più tempo libero (e di circondarci di bellezza)
- È necessario ridurre le spese
- È necessario aumentare il fatturato
- Sento il bisogno di non trasformare tutto in “prodotto da vendere”
Nel riflettere su questo, immediatamente mi sono messa a lavorare con il solito metodo: scrivere nero su bianco nuove idee, nuovi prodotti, nuovi progetti, nuove collaborazioni ecc. perché ho sempre pensato che fosse necessario lavorare costantemente a “cose nuove” per mantenere viva un’attività. Poi però ogni cosa nuova implicava una spesa e un grossissimo lavoro di progettazione e quindi non rispettava almeno due – il primo e il secondo – dei miei quattro “capisaldi della buona gestione del Myselfie Cottage” (questa me la sono inventata ora), così ho deciso di utilizzare un altro metodo: ripercorrere i passi fatti lo scorso anno per mettere a fuoco i singoli progetti e scoprire se non ci fosse ancora qualcosa da vedere di cui non mi ero accorta.
PARTI DA CIÒ CHE SEI
Riguardare i progetti di un anno intero è stato un “viaggio” interessante perché di alcune cose mi ero totalmente dimenticata, mentre altre sono state un piacevolissimo ricordo. Ripercorrere la strada fatta ha soprattutto voluto dire capire meglio in che cosa sono brava e soprattutto in quale tipo di progetto io do il meglio di me.
Fotografare e raccontare
Mi sono resa conto che fare foto e utilizzarle per raccontarmi ormai è diventato parte integrante del mio metodo di lavoro, non c’è sforzo, non c’è pesantezza nel farlo, è solo passione e necessità. Ho fatto più di 1000 foto lo scorso anno, alcune – la maggior parte – pubblicate, altre impubblicabili, altre ancora pronte per il “loro momento” o per rimanere nel cassetto dei ricordi. Raccontarmi con parole e immagini è diventata linfa senza la quale il mio lavoro perderebbe di vita. Riguardando quelle foto ho scoperto che hanno molto di più da dare e da dire di quanto abbiano fatto fin’ora, possono diventare “vive” e continuare a raccontare la storia che raccontano anche in luoghi diversi da Instagram. Ecco, possono essere il mio modo di dire “Rita” nel vasto mondo dei quaderni e della carta stampata (avete già capito vero? ma di questo ne parliamo la prossima volta ;-))
Condividere
Quando ho scritto il mio ebook su Instagram, l’ho fatto per rispondere soprattutto ad una crescente richiesta di consigli che ormai era diventata quotidiana. Mentre lo scrivevo mi rendevo conto che, però, non riuscivo a scrivere semplicemente consigli generici o tattiche aumenta-followers, avevo bisogno di raccontare soprattutto di me, di condividere il mio modo di utilizzare quel canale. Ritengo che uno strumento abbia delle caratteristiche oggettive, è il modo di utilizzarlo che è assolutamente soggettivo. Sarà il mio passato da insegnante in un centro di aiuto allo studio o sarà la convinzione che il talento è un dono che va condiviso, sta di fatto che non riesco più a pensarmi senza insegnare agli altri quello che mi appassiona. Ho fatto il mio primo corso Live su Instagram la scorsa settimana e ho deciso che non sarà un episodio isolato.
Incontrare
Si dice che il web sia un mondo fatto di persone estremamente sole ed è una considerazione che mi trova d’accordo, se non fosse che, anche in questo caso, dipende sempre da come uno decide di starci in questo mondo.
Io ho deciso di utilizzare lo schermo (gli schermi) come primo punto di incontro, ma ho scelto di ascoltare il mio bisogno di compagnia mescolandomi alla vita di alcune persone “casualmente” incontrate sul web e che hanno un modo di guardare e vivere la vita che per me è davvero desiderabile (parlo di Enrica, di Silvia, di Shaula che a breve ci farà fare un bellissimo percorso che durerà un anno!).
Non solo, ho deciso anche di creare un luogo speciale dove ci fosse un costante via-vai di persone belle e talentuose che condividessero con me il desiderio di godere della bellezza e del tempo libero. Credo di non averne ancora parlato qui sul blog, ma a gennaio ho aperto una sezione del sito che si chiama “La Veranda del Cottage”. Si tratta di una sezione “nascosta” del sito a cui possono accedere gli iscritti alla Newsletter e dove ogni mese ci sono mie fotografie da scaricare, Illustrazioni da stampare e colorare (fatte da illustratrici bravissime) PDF formativi.. insomma, uno spazio di assoluta gratuità di cui io avevo davvero bisogno.
Celebrare l’unicità, sempre.
Le Myselfie sono lo “zoccolo duro” del Cottage, sono la sua origine e il fulcro attorno a cui gira tutto il mio lavoro; anche se spesso non sono in primo piano, sono la presenza che mi ricorda qual è il mio compito, sia che io faccia quaderni, sia che faccia corsi di formazione, sia che mi dedichi a progetti per aziende, redazioni o professionisti: io sono qui, nel mondo e sul web per raccontare l’unicità di chi incontro. Ho riguardato le ragazzine, ho riguardato quelle che sono partite lo scorso anno e quelle che sono nate dalla mia fantasia (Valentina e Veronica, ricordate?) e ho pensato di dovergli alcuni “regali” particolari: un cuore sacro (disegnato da Enrica Mannari) che trasformasse il certificato di autenticità in un vero e proprio simbolo, nuovi quaderni per accompagnarle durante il viaggio (che saranno una sorpresa per le 15 ragazzine del mese di marzo), un possibile nuovo supporto su cui dipingerle (ci sto lavorando 😉 e la loro partecipazione ad alcuni dei progetti che ho in serbo per i prossimi mesi
Quindi, cosa c’è di nuovo quest’anno? niente, ma in realtà tutto, perché tutto è guardato DI NUOVO
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”
(ndr. è già la seconda volta che Proust mi viene incontro… dovrò approfondire il senso di questa presenza)