Nell’ultimo anno, dopo le evoluzioni del mio lavoro e la chiusura delle vendite di Myselfie – le collane che sono state il cuore del mio lavoro fino allo scorso anno – mi sono sentita ripetere spesso “ma perché non cambi nome alla tua attività?”. In un classico percorso di re-branding effettivamente, uno un po’ se lo aspetta. Io ci ho pensato a fondo, ma mai come ora mi sembra che Myselfie Cottage sia il nome giusto per me e il mio percorso.
Si tratta sempre di “Myselfie”
Ho sempre detto che la forza delle Myselfie stava nella loro capacità di rappresentare in modo molto semplice tutta la storia e l’identità di una persona. In fondo è stato attraverso di loro che ho capito che nel mio lavoro desidero aiutare gli altri a scoprire la propria identità e a raccontare la propria storia (o quella del proprio brand), scegliendo una forma visiva adatta alla propria unicità. Prima lo facevo con un prodotto, ora lo faccio con i miei corsi e le mie consulenze e non c’è occasione in cui io non abbia a cuore di far capire che il modo più costruttivo, efficace e longevo di lavorare su Instagram è quello di scoprire chi siamo, di raccontarlo seguendo il nostro modo di essere e quindi di salvaguardarci da copie, repliche e immagini artefatte.
Nell’ultimo anno ho insegnato a centinaia di persone dal vivo e online e ormai ho perso il conto delle persone che mi hanno scritto dicendomi “è un lavoro appassionante: pensavo di imparare semplicemente una tecnica e invece ho scoperto molto di più di me”. Così mi sono fermata a chiedermi perché mi interessa così tanto offrire questo metodo. Perché è l’unico che non ci incastra in una forma decisa a priori, è l’unico che può davvero liberarci dall’ansia dei numeri ed è l’unico che possiamo portarci dietro qualunque scelta di business e di comunicazione facciamo.
Cura e personalizzazione
Ci sono poi altri due aspetti che hanno sempre caratterizzato le Myselfie: “Con cura” e “personalizzate”.
La cura è qualcosa che ormai fa parte del mio modo di fare e se prima si manifestava nel mio modo di fare pacchetti, ora la adopero nella scelta degli strumenti che utilizzo per i miei corsi, nel modo di scrivere le pagine di vendita dei miei servizi, nella scelta di come cambiare forma alle mia newsletter, nelle parti del mio lavoro che ho deciso di delegare… come è stato per i pacchetti, per i certificati, per i quaderni che hanno sempre accompagnato le ragazzine, so perfettamente che la cura non ha tanto a che fare con il “cosa” ma con il “come” – (anche se dal Cottage continueranno a partire pacchetti ;-).
E proprio perché so quanto il “personalizzato” faccia la differenza ho pensato che fosse necessario pensare ad alcuni servizi di consulenza 1:1 in modo tale da mettere a disposizione quello che sono e che so anche per ciascuno singolarmente.
Myselfie Cottage
Da ultimo ci sono due riflessioni che riguardano quelle due parole che formano il nome di questo luogo e della mia attività:
- MY-selfie. Se c’è una parola e una pratica che il mondo di Instagram ha coniato è “Selfie”, ma io so che quello che fa la differenza non è sapersi fare Selfie, ma saper parlare di sé, di quello che siamo della nostra storia, del nostro modo di lavorare. Ecco perché quelle ragazzine sono ancora una volta “manifesto” del mio modo di vivere Instagram.
- Cottage: dico sempre che il Cottage è la “Rita interiore”, una proiezione di quello che sono dentro e che piano piano si sta facendo anche esteriore. Il Cottage è nato per dare un luogo fisico alle Myselfie e nel tempo è diventato il mio luogo, le pareti e le finestre in cui riesco ad essere me stessa e soprattutto scopro davvero chi sono.
Ecco perché al momento non si cambia casa: si rimane nel Cottage.
Come in tutte le case ogni tanto si tinteggiano le pareti, si spostano mobili e si fa decluttering, ma per una sola ragione: ritrovare sé stessi.