Da quando utilizzo Instagram per lavoro capita sempre più spesso che io mi ritrovi nella imbarazzante situazione di dover rispondere ad amici e conoscenti che mi chiedono “ma come? non hai visto la mia foto su Instagram?” un impacciato “hem no” , così come capita praticamente a tutti i miei corsi che io al più classico dei “hei diamoci i contatti così ci seguiamo a vicenda” io dica “non fatelo!” come una Signorina Rottermeier del nuovo millennio. La ragione di questa mia posizione è molto semplice e non ha nulla a che fare con l’antipatia e con la simpatia, ma con un uso consapevole e funzionale di Instagram da tutti i punti di vista: io qui seguo solo chi mi aiuta a lavorare meglio (e con le amiche ci sentiamo su Whatsapp 😉
A cosa servono i FOLLOWINGS
I followings, ovvero le persone che seguiamo, influiscono in modo molto rilevante sul funzionamento del nostro profilo. Più di quanto immaginiamo.
Il meccanismo che regola il funzionamento di Instagram (meglio detto Mr Algoritmo), osservando la selezione di persone che seguiamo, ricava alcune informazioni per capire cosa ci piace, cosa ci interessa, che tipologia di persona è quella con cui vogliamo interagire ecc.. in questo modo lui ci propone profili e contenuti (nella tab esplora e nella home feed) che si allineano con queste informazioni.
Questo significa che se noi seguiamo tutti i nostri amici/clienti/conoscenti/colleghi che usano Instagram per diletto e senza una cura professionale, l’algoritmo penserà che a noi interessa quella tipologia di profilo e quindi ci proporrà una sorta di “sagra di paese old style” che comprende la grigliata del nostro vicino di casa, l’impasto del Bimby della nostra migliore amica, gli scarponi da montagna di nostro papà, la vacanza a Gatteo Mare di nostra cugina, la foto con filtro Sierra dei figli della nostra cliente ecc..
Perché questa cosa dovrebbe essere negativa? Perché la crescita su Instagram dipende da vari fattori tra cui (oltre alla qualità dei contenuti che postiamo) la qualità delle relazioni che intratteniamo.
Io mi accorgo di migliorare quanto più mi circondo di bellezza e di profili che mi stimolano e ispirano, quanto più trovo persone da cui desidero imparare e che per questa ragione mi interessa “frequentare”. In fondo è così in tutto: quello che vediamo ci condiziona inevitabilmente, per questo io preferisco avere il controllo su quello che mi condiziona “dicendolo” all’algoritmo attraverso le persone che seguo e i like e i commenti che lascio “in giro”.
Su Instagram l’amicizia non conta
Quindi bisogna risultare acidi e antipatici smettendo di seguire certe persone? Sì, non credo che un’amicizia vera sia condizionata dal “ci seguiamo a vicenda”, se così fosse vi siete fatti un favore ;-).
NOTA BENE: la parte che segue non è aggiornata. Sono alla ricerca di uno strumento che faccia il “mestiere” che faceva INK361, ma non l’ho ancora trovato quindi portate pazienza e nel frattempo utilizzate il metodo manuale.
C’è però una difficoltà in questa possibile “pulizia di primavera”: se avete provato a scorrere nella tab delle “persone seguite” da cellulare vi sarete accorti che ad un certo punto vi si ripropongono sempre gli stessi profili e quindi non si riesce facilmente a visualizzare tutto lo storico dei vostri followings; sì potrebbe fare da desktop, ma il procedimento è un po’ macchinoso perché per capire se continuare a seguire o meno un profilo si deve entrare in ognuno, dare un’occhiata alla gallery, cliccare unfollow e poi tornare indietro e riniziare da capo a scorrere la tab dall’inizio.
Per questa ragione ho cercato e trovato (yay!) un altro strumento-mai-più-senza” (come è successo per Later e Snapseed) che oltre ad aiutarmi nel processo di pulizia in modo agile, ha delle funzioni meravigliose che mi rendono un po’ meno “antipatica” (solo un po’).
INK361: come fare “pulizia dei followings” e rimanere “simpatici”
Ink361 è uno strumento online (utilizzabile anche da smartphone!) che permette di entrare e muoverci nel nostro profilo Instagram con una modalità più analitica e funzionale. Dopo esserci registrati e aver permesso al sito di recuperare tutte le informazioni che riguardano il nostro profilo, ci sono varie sezioni tutte accessibili dalla una macro-sezione “YOU”.
Sezione YOU
E’ la parte più dinamica e offre una panoramica del nostro profilo con contenuti, dati analitici, followers e followings (e le cerchie di cui parleremo dopo).
La sezione analitica ci offre una sintesi dell’andamento del profilo che vale la pena osservare periodicamente per capire come sta crescendo il profilo e farci eventuali domande a riguardo.
La sezione followings è quella che ci interessa maggiormente per il nostro lavoro di selezione dei profili che ci interessa davvero seguire. E’ una sezione molto funzionale perché oltre a mostrare i profili in ordine cronologico ci mostra le ultime 5 foto pubblicate dal profilo quindi ci può già suggerire a colpo d’occhio se smettere di seguirlo oppure fare una verifica più approfondita entrando nel profilo e scorrendo tutta la sua gallery. Sotto ai singoli profili si può verificare anche se lo stesso profilo ci segue a sua volta e se vogliamo inserirlo in una cerchia.
Le cerchie
Le cerchie sono la vera chicca di questo strumento. Di fatto si tratta di creare alcune cartelle in cui inserire profili legati al tema di quella specifica cartella.
L’utilità di questa funzione è duplice: da una parte possiamo avere sott’occhio i vari profili secondo il nostro criterio di archiviazione aggirando le decisioni dell’algoritmo (ad esempio io ho una cartella dedicata ai miei profili preferiti, quelli di cui non voglio perdermi neanche un post), dall’altra è possibile inserire nelle cerchie profili anche se non li seguiamo. Ed ecco che qui abbiamo risolto il problema “bé ma non hai visto il mio ultimo post dove BabyBoy smocciolava sulla spalla di suo papà?” perché possiamo creare delle cartelle per profili che decidiamo di non seguire per non confondere Mr Algoritmo, ma che è utile seguire per tutta un’altra serie di ragioni (ad esempio io ho due cartelle con i profili dei miei corsisti.. esatto: io vi vedo ;-)).
Insomma, su Instagram l’amicizia non c’entra, ma se avete timore di bruciarvi l’eredità sappiate che c’è un modo per aggirare il problema e tenere d’occhio un bel po’ di profili senza doverli necessariamente seguire.
A questo punto la più classica delle considerazioni è “eh, ma che sbattimento”. Già, come per tutte le cose su cui si vuole migliorare. Parola di Signorina Rottermeier.
AGGIORNAMENTO: se questo tipo di approccio vi sembra “senza cuore” ho scritto un’altro post per approfondire un aspetto che avevo dato per scontato e che probabilmente vi aiuterà a capire meglio.