Se vi fosse capitato di passare per il nostro pianerottolo durante il mese di gennaio avreste sentito un ragazzo ripetere in continuazione “che due palle” (la sua versione era più colorita). Sì, era il Calda.
Quando la vita diventa una lista
Ci sono giornate in cui, se ti fermi a guardarti da fuori, ti sembra di non fare altro che saltare da una parte all’altra seguendo liste mentali: “preparare colazioni, dare da mangiare a Olli, accompagnare i bambini a scuola, lavorare, gestire le interruzioni, lavorare, preparare il pranzo, recuperare i bambini, fare i compiti, fare merenda, portare a catechismo ecc…”. Succede spesso di viverle come veri e propri compiti da svolgere, liste da spuntare e te ne rendi conto quando la gente ti chiede come stai e tu rispondi “eh insomma dai, sempre di corsa”. Ecco, io mi sono accorta che il problema non è che la vita è piena di cose da fare, il punto è come decidi di vivere quelle cose.
Hai voluto la bicicletta
Io e il Calda ci compensiamo moltissimo e credo che questo sia uno dei punti di forza del nostro rapporto: quando lui parte con il file del lamento, io prendo in mano le redini del “caro mio, ce la siamo voluta e quindi le lamentele sono vietate” e viceversa (anche se a me riesce più facile). Guardare lui che viveva appesantito la vita mi è servito tantissimo per dirmi “no, così non ci siamo”, ma senza pretendere che il suo atteggiamento cambiasse, semplicemente io non volevo vivere così (e di solito di riflesso anche l’altro si alleggerisce un po’)
Sopravvivere o vivere
Ci sono moltissime persone che quando pubblico online scene di vita ordinaria e quotidiana mi dicono “come mi mancano quei momenti” e io tutte le volte mi dico che allora, in fondo in fondo è proprio questo quello che desideriamo: esserci, essere completamente presenti in quello che facciamo, godere del giorno dopo giorno senza trasformarlo in una lista di cose da fare, stare semplicemente lì dove ci tocca essere con la consapevolezza che il bello della vita non è arrivare a sera sani e salvi, ma abbracciare l’ordinario che ci viene regalato giorno dopo giorno.
Si parla tanto di slow living e io credo che il senso sia proprio questo: non fare meno cose, ma fare quelle che ci tocca fare con il desiderio di starci davanti gustandone tutto il valore.