Ho sofferto d’insonnia solo alla fine della gravidanza e mi è capitato una sola volta di recente. Proprio quest’ultima volta mi è successa una cosa che mi ha insegnato moltissimo.
Mentre cercavo un modo per riaddormentarmi, ho preso il cellulare e ho iniziato a far scorrere l’homefeed di Facebook (una delle cose da non fare se si vuole dormire…ma non sapevo più che pesci pigliare). Tra i vari post che scorrevano davanti a me, mi sono soffermata su uno della neo direttrice di CasaFacile (Francesca Magni) la quale faceva una meravigliosa sintesi dei libri che aveva letto quell’estate e tra le altre cose ne consigliava uno in particolare: “L’Arminuta” di Donatella di Pierantonio.
Mi capita spessissimo nei momenti di navigazione online di imbattermi in suggerimenti che mi sembrano interessanti e quello che faccio di solito è immagazzinare l’informazione o salvarmi il link da qualche parte oppure acquistare il libro per un fantomatico momento in cui mi leggerò tutto quello che ho accumulato. Anche quella volta mi sono detta “lo metto nella lista dei desideri così quando ho un attimo lo compro”, poi però ho guardato l’orologio (ore 4.05) ho valutato la mia mancanza di sonno, sono uscita da Facebook, sono entrata sulla app del Kindle e l’ho comprato e ho iniziato a leggerlo. Quello che ne è seguito sono state 3 ore circa (o meno) di totale immersione nel racconto da cui sono uscita con lacrime e residui di nostalgia.
La FOMO dalla formazione
Da quel giorno ho deciso di smetterla di comprare solo libri formativi, di acquistare corsi o abbonarmi a risorse online in modo compulsivo, perché mi sono accorta che nella mia esigenza – sacrosanta – di non smettere mai di formarmi c’era di fondo il timore di non essere mai abbastanza sul pezzo. Si parla di FOMO (Fear of Missing Out) soprattutto nel rapporto con i Social Network, spiegando così quel desiderio di rimanere sempre in contatto con quello che succede per evitare di essere tagliati fuori; ecco, io quell’ansia non l’ho mai sperimentata (da brava introversa), ma sì ho sperimentato quel desiderio compulsivo di accumulare informazioni, di iscrivermi “a quell’ultimo corso che è appena uscito perché devo essere assolutamente aggiornata” o di leggere quello che dice tizio “perché lui ne sa a pacchi” senza però perdermi quello che dice caio “perché è un innovatore”. Non so voi ma io ho tante di quelle risorse formative arretrate che non so quanto mi ci vorrà per smaltire tutto, ed è giunto il momento invece di farlo, di affrontare una per una quelle risorse e metterle in pratica fino in fondo.
Smettere di formarsi
Durante l’ultimo Question Time su Instagram mi sono resa conto di non essere l’unica. Là fuori c’è un sacco di gente che compra corsi come se non ci fosse un domani, magari anche da persone che la pensano in modo totalmente diverso su un determinato tema, perché “meglio conoscere tutte le campane”, ci sono persone che hanno letto tutto, l’ultimo post di tizia e l’ultima newsletter di caia, ma non si sono ancora ritagliate il tempo di verificare quello che hanno studiato, di farlo fino in fondo, di mettere in pratica parola per parola quello che hanno ascoltato o letto per decidere se quel metodo o quella strada va bene per loro oppure va sistemata o abbandonata. Ecco, secondo me ad un certo punto occorre smettere di accumulare informazioni e mettersi a fare, va bene qualunque cosa, basta che ci salvi da quella posizione comoda che ci fa essere esperti conoscitori, ma mai veri uomini di esperienza, quelli che si sporcano davvero le mani.
La formazione dove non te l’aspetti
Cosa c’entra L’Arminuta? L’Arminuta mi ha insegnato a smettere di accumulare input ma di prenderne uno, uno qualunque e per quella volta seguirlo fino alla fine regalandomi una ricchezza che mi sarei persa nell’ansia di accumulare informazioni, mi ha insegnato che ad un certo punto (il prima possibile) bisogna smettere di rimanere al sicuro nella teoria e bisogna avere il coraggio di fare.
L’Arminuta è stata profondamente formativa nonostante non avesse nessuna intenzione di esserlo.