Il Vocabolario del Cottage è la mia personalissima interpretazione delle parole che vanno “di moda” nella mia “bolla”, quella che ha a che fare con la creatività, con la comunicazione e i social network e con la libera professione. Non mi interessa “essere contro”, ma guardare le parole che usiamo, capirle e quindi usarle con una nuova consapevolezza del loro significato. (nota bene: il mio vocabolario non è in ordine alfabetico, ma segue più che altro le cose che accadono)
Unico = che non ha uguali nel suo genere o nella sua specie (def. Treccani)
Sento pronunciare la parola unicità praticamente tutti i giorni, soprattutto quando leggo o sento la descrizione di un oggetto artigianale o di un servizio che è in grado di “valorizzare la tua unicità”.
Anch’io quando facevo le Myselfie avevo questo come scopo: far sentire le persone inimitabili, uniche. Eppure, mi scontro tutti i giorni con brand che fanno le stesse cose, con le stesse caratteristiche e la stessa funzione e che dicono all’unisono “se compri questa cosa ti sentirai unica”. Io stessa, ora, offro servizi che dal punto di vista “funzionale” (cioè dei risultati che portano) sono simili a molti altri (corso su Instagram, corso in gestione del tempo, manuale di digital detox… l’acqua calda insomma ;-))
Così mi sono chiesta come si fa a essere unici in un mondo di proposte simili?
Occorre scoprirsi diversi.
Qualche tempo fa avevo scritto che che la vera chiave per essere una voce distinta e riconoscibile in mezzo al rumore di fondo è scoprire i nostri punti di forza e trovare una forma per valorizzarli al massimo; nell’ultimo anno ho lavorato a lungo sui miei punti di forza e sui miei tratti distintivi e tutto quello che sta nascendo è proprio frutto della consapevolezza della mia diversità e quindi sì, assolutamente, in ultima analisi mi sento di dire che è unico.
La diversità però non è uno sforzo di differenziazione a tutti costi, non è un’invenzione, la diversità ha radici profonde da scoprire e da valorizzare.
Se io ti chiedessi ora “perché fai quello che fai” sono certa che mi risponderesti qualcosa tipo “faccio prodotti/servizi di qualità, ma nulla di indispensabile o di prima necessità, insomma non penso di poter salvare il mondo” e invece io ti dico che il mondo lo puoi cambiare (che è diverso da salvare, ma qui si va sul teologico), che puoi fare la differenza, una persona alla volta, proprio attraverso quello che fai.
Basta scoprire e valorizzare le radici della tua diversità (e quindi unicità) attraverso le domande giuste in grado di trasformare il tuo modo di lavorare.
Proprio con questa intenzione ho creato un percorso via mail: si chiama BUSSOLA, è gratuito e ti aiuterà a trovare la direzione giusta del tuo fare, quella che ti permetterà di continuare a creare con entusiasmo e consapevolezza, che trasformerà il tuo lavoro, che lo renderà unico, duraturo e sostenibile e ti renderà sempre più certa del tuo valore e di quello di chi incontri.
[convertkit form=1060774]